Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/83


capo xix. 75

Curia: in quella del Sarpi si ravvisa invece l’omo di Stato. Pure presa insieme quell’Istoria, è soverchiamente prolissa, e manca in parte d’interesse attivo pei nostri tempi; il che è riconosciuto dallo stesso Sarpi, e ce ne dà la ragione dicendo di avere scritto non per i posteri ma per i presenti, e che ha dovuto necessariamente toccare assai minuzie onde appieno informare chi legge e metterlo in istato di pronunciare sentenza. Infatti lo scopo dei due scrittori fu quello di presentare una esatta relazione delle rapine e violenze di que’ pirati; delle tergiversazioni della corte di Graz che gli tutelava; della mala fede ed avarizia dei suoi ministri; dei danni che da ciò derivavano non solo al commercio dei Veneziani, ma eziandio a tutta la cristianità, stante le minaccie dei Turchi e il pericolo delle loro conquiste originate da una lunga guerra di cui gli Uscocchi furono la prima causa; e infine il pregiudizio che ne toccava alla morale e alla religione stantechè Segna e i contorni erano diventati il nido di un abbominevole libertinaggio e di crudeltà mostruose, e che la barbarie degli Uscocchi, e l’avarizia di mercanti pugliesi avevano ripristinato sui lidi dell’Adriatico l’atroce traffico degli schiavi, detestato dalla Chiesa: di quinci il lettore poteva inferire quanto giustamente la Repubblica domandasse la distruzione di quel covile infame, e quanto ingiusti e pericolosi i pretesti degli Austriaci per opporsi.

Malgrado i notati difetti è l’istoria abbastanza curiosa per eccitare vaghezza di leggerla: se stancano alcune lungherie, compensano diversi tratti singolari di barbaro eroismo: e forse più di un lettore