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52 capo xix.

esserne informato dal cavaliere Wotton, allora in Germania. Ma o non furono fatte le diligenze, o non si trovò: fatto è che il de Thou non ebbe mai quelle memorie. Ecco quanto ho potuto raccogliere di vero intorno alle relazioni tra Frà Paolo e Bedell.

Molto più di questo era amico a Frà Paolo Enrico Wotton, uomo dotto, versato nelle scienze ed arti liberali, affezionato alla repubblica veneta, di moderati sentimenti, e così nemico alle dispute di religione, che le chiamava scabbia della Chiesa e lo fece scrivere sul suo sepolcro. Dopo che lasciò Venezia nel 1610 e passò ora in Germania, ora in Olanda, Frà Paolo mantenne ancora qualche corrispondenza epistolare con lui; il quale gli procurò di Germania assai documenti e libri di controversia e di storia delle cose contemporanee o relative al concilio di Trento. Mandato nel 1617 con missione straordinaria a Torino, nel ritorno volle appositamente passare per Venezia a rivedere i vecchi suoi amici e particolarmente Frà Paolo.

Gli scrittori veneziani trovano molto difficili queste amicizie con ambasciatori esteri e loro aderenti, e si fanno forti di una legge decemvirale del 1542 che proibiva, sotto severissime pene, a patrizi, segretari, consultori ed altre persone pubbliche di ritrovarsi con ambasciatori esteri o persone di loro servizio o confidenza. Ma è da sapersi che quella legge a’ tempi di cui parliamo era poco osservata. Tutto al più sussistevano questi rispetti verso gli ambasciatori spagnuoli; ma per gli altri, e particolarmente per quelli di Francia e Inghilterra non si faceva alcun caso, stante l’intrinseca amicizia che