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capo xix. 51

nel 1615, cinque anni dopo la partenza di Bedell. È nemmanco da supporre che glieli mandasse dappoi, mentrechè Frà Paolo medesimo ci fa sapere che di Bedell, dopo che lasciò Venezia, non ebbe più nuova. Donde quasi bisognerebbe conchiudere che la sua amicizia con lui non fosse così intrinseca come Burnet ci vuole far credere, stante il costume del Sarpi di mantener sempre qualche carteggio co’ suoi amici lontani. Giovi però dire che lo stimava assai e lo chiamava, a cagione del suo sapere, persona singolare. Ma non per questo s’ha a dedurne, che da lui imparasse la teologia, come Burnet vorrebbe darci ad intendere.

Fra gli scritti sarpiani portati in Inghilterra da Bedell, avvene uno di cui colgo l’occasione di parlare, perchè è tra gli smarriti del nostro autore. Il celebre Giacomo Augusto de Thou, autore di pregiata istoria del suo secolo, si era raccomandato all’ambasciatore Agostino Nani per ottenergli da Frà Paolo informazioni esatte su varie cose d’Italia e particolarmente di Roma e Venezia. Frà Paolo volle compiacerlo, ma le sue memorie prima di essere spedite essendo state mostrate al Collegio, furono per alcuni rispetti trattenute. Le quali vedute poi da Bedell, ne volle copia, che il Sarpi concesse a patto che fosse in inglese e non in italiano, onde non compromettersi col governo. Intanto il de Thou, desideroso anch’egli di averle, ne fece scrivere ripetutamente a Frà Paolo; che fattogli sapere il caso occorso, gli trasmise nel 1612 una lettera per Bedell affine che gliele comunicasse; aggiungendo, ignorare lui dove Bedell si trovava, ma che era facile