Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/37


capo xviii. 29

alleanza; ma per gli ordini veneziani non gli fu concesso. Gli espose a Frà Paolo che ne parlò al Collegio, ma Vander Myle non avendo commissione di trattarne pubblicamente, e il Collegio non potendo trattarli da sè, furono rimessi ad altri tempi, e in particolare a Tommaso Contarini destinato a corrispondere cogli Stati Generali. Il frate promise di maneggiarvisi, e infatti alcuni anni dopo fu conchiusa fra le due Repubbliche una lega difensiva che tornò molto utile a Venezia. Cornelio partì a’ 10 del decembre, essendosi due giorni innanzi trattenuto a lungo e segreto colloquio di affari pubblici col Consultore.

Il quale, di questa ambasceria parlando: «Non v’ha dubbio, scriveva, che il favore fatto da questa repubblica a quella in ricevere il suo ambasciatore a par d’un ambasciator regio è di molta riputazione per quella repubblica che nasce al presente. Ed in contraccambio, sebben questa non può ricevere onore di là, può ben ricever officii non meno necessari così nelle cose della navigazione, come in altre occorrenze. Certo è che se non fosse stato un ambasciator veneto in Inghilterra, ed un inglese in Venezia nelle passate turbolenze, non si avrebbe avuto in favore quella dichiarazione del re, che forse fu tra le principali cause dell’accordo cha seguì onorevole per le cose pubbliche».

Intanto che trattava le narrate cose coll’Olanda, il vivido frate attento a tutti gli accidenti politici, e al modo di utilizzarli a pro della Repubblica, volse i pensieri ad un’altra regione.