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pide sul suo sepolcro, nella quale il lapidografo fa spiccare il bisticchio del Sol Fulgens e Sydus Micans in allusione al nome e cognome di lui. Oltre alle opere accennate, abbiamo di lui varie lettere stampate, più altre inedite, per lo più su argomenti scientifici, e varii volumi pure inediti di consulti.

Tornando al Sarpi, era stato sepolto nella chiesa di Santa Maria dei Servi; ma i divoti che non poterono avere il gusto di arrostirlo vivo, vollero almeno soddisfarsi col metterlo in graticola dopo morto. Perciò tentarono ripetutamente il ratto del cadavere; ma i Serviti lo trassero dal sepolcro e lo occultarono di dietro all’altare dell’Addolorata. Nel 1722 nel rifabbricar esso altare fu scoperta la salma, e il popolo accorse a folla a venerare le reliquie di un uomo tenuto a Roma per eretico e a Venezia per santo. Chiuse in una cassa conveniente, con una iscrizione in pergamena, furono riposte al loro sito. Vent’anni dopo, nel rifarsi l’altare in pietra, che prima era di legno, furono levate di nuovo, indi riposte con nuova iscrizione in lamina di piombo.

Quando manca lo stimolo ad onorare i morti segno è che è mancata anco la virtù nei vivi. Dopo il 1740 quando la Santa Sede fu occupata da Benedetto XIV, che la tenne diciotto anni, la Repubblica non aveva più nulla a temere dalla corte di Roma; non perchè quel papa fosse meno papa degli altri, ma perchè conosceva il suo secolo, e fu il primo e probabilmente sarà anco l’ultimo fra i pontefici romani che abbia degnato di qualche