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capo xxx. 347


E poichè ho parlato più volte di Fulgenzio, è mio debito di satisfare il lettore di più ampie notizie. Nacque in Venezia nel 1570, 18 anni più giovane di Frà Paolo; ma lo dicevano di Passirano in quel di Brescia, perchè i suoi genitori erano di colà. Portato ancora fanciullo a Brescia, studiò fra i Serviti di cui prese l’abito. Mandato a Venezia nel 1590 a proseguirvi gli studi, conobbe il Sarpi e si formò tra loro un’amicizia che ha poche pari. Frà Paolo, conosciuta la buona indole di lui, lo instradava sulla via delle utili discipline, aiutandolo colle sue cognizioni e additando gli autori e i metodi da dover seguire. Nel 1597 passò a Mantova, nel 1600 a Roma, poi subito a Bologna professore di teologia scolastica; tornò a Roma un’altra volta nel 1603 per affari dell’Ordine e disputò con onore di teologia nel Capitolo generale tenuto nel mese di maggio. Nel 1606, richiamato dal Sarpi da Bologna a Venezia, perdette la sua piccola biblioteca e varie suppellettili sequestrategli dal governo papale. Fu uno dei sette teologi che sottoscrissero il Trattato dell’Interdetto. Il suo libro contro il P. Bovio, a difesa di altro libro di Frà Paolo, gli fruttò a’ 22 marzo 1607 una provvisione annua di 100 ducati, aumentata di altri 100 ai 23 del seguente aprile e di 200 ancora a’ 15 gennaio 1609. Fu l’intimo confidente e inseparabile amico di Frà Paolo per più di 30 anni, e lui morto, ne ricordò sempre con tenerezza il nome. Ne sbozzò anco una biografia, e gli succedette nell’ufficio di teologo consultore e di revisore delle Bolle di Roma, onde i suoi stipendi ancor più si accrebbero. Fu pure