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capo xxix. 323


Simili imposture non succedevano solamente in quella età superstiziosa e incivile; che anco al principio del secol nostro, nel 1803, papa Pio VII concedette a quelli di Menate, borgo del Milanese, un Breve di scomunica contro le cavallette che devastavano i loro campi; e fra le cose singolari contenute in quel Breve è portata come probabile l’opinione de’ teologi scolastici che risguardano gl’insetti nocivi come abitati di spiriti infernali. E poi si dice che il papa non è infallibile!

La gola del denaro induceva i tribunali dei cherici a commettere abusi non meno riprovevoli: «Gli auditori de’ nunzi che attendono al tribunale delle cause, dice il Sarpi in altro suo scritto, concedono ogni sorte di citazione e monitorio, sì contra le persone ecclesiastiche come anco contra i laici, per qualunque male, non avendo riguardo nè alla giurisdizione degli Ordinari, nè a quella del principe laico. E ciò fanno per render lucroso il loro carico in Cancelleria con mille disordini e cose indegne, come lo ha conosciuto l’istesso monsignor nunzio presente che di già ha mutato due auditori per le stesse accuse.

«L’Auditor della Camera, che è offizio principalissimo della corte romana, è giudice ed esecutore di tutte le obbligazioni camerali e Bolle pontificie per ogni luogo: tuttavia se vien levata una citazione o monitorio da quel tribunale da esser eseguito nello Stato Ecclesiastico, è necessario prima presentarlo al legato o vice-legato di quel luogo dove si ha da eseguire, dal qual si ottiene l’esecuzione, altrimenti non può alcun pubblico ministro intimarlo».