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186 capo xxii.

po umano. Il generale ne era l’anima o la facoltà pensante, e tutti gli altri erano membri mossi a talento di quella facoltà. Tale omogeneità di sentire e di volere ed uniformità di operare era così perfetta che la Compagnia di Gesù benchè sommasse a più di 20,000 individui, e nel 1609 contasse 21 case professe e 293 collegi che poi nel seguito si accrebbero di assai, essa è l’unica società monastica che offra lo spettacolo singolare di una continua ed invidiabile pace domestica.

I gesuiti non si brigavano di cantare in coro come gli altri frati, ed erano persino dispensati del Breviario e della messa quando erano in viaggio od occupati altrimenti. Le astinenze, i digiuni e le altre mortificazioni erano lasciate al libito di ciascuno; e tutti i loro doveri sociali e religiosi si riducevano ad un solo, inculcato quasi ad ogni pagina de’ loro statuti; procurare con tutti i mezzi possibili il più gran vantaggio della Compagnia: chi meglio vi riusciva era il più perfetto, e trascurarlo era il maggior delitto.

Mi dimenticava quasi di ricordare un fatto curioso narrato da Frà Paolo in questo modo: «In una camera della casa che avevano qui in Venezia fecero dipingere un inferno con tutte le pene del fuoco e con padelle e spiedi e simili, quindi le anime che subivano i tormenti. Colà conducevano i loro devoti onde renderli più soggetti colla vista di quei terrori, e mostravano loro le anime, facendo a ciascuna il nome, e dicendo questo è il tale e questo è il tale altro, donde è nato fra noi il proverbio volgare Li gesuiti ti faranno