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capo xxii. 179

Nissuno può conoscere l’amministrazione interna tranne i membri a ciò deputati e che sono obbligati al più rigoroso secreto; nissuno conosce la legislazione della Società tranne i professi più vecchi e più esperimentati, e pochissimi sono quelli che ne abbiano una cognizione perfetta. Ogni classe di gesuiti, ogni impiego, ogni dignità ha le sue regole particolari, e queste sole gli sono comunicate per iscritto, e ignora appieno quelle dei gradi e dignità superiori, e specialmente le norme del reggimento totale della Compagnia.

Il noviziato non finiva ad un anno come negli altri Ordini, ma continuava per un secondo, e talvolta per più anni di seguito, sotto diversi pretesti; giacchè i gesuiti non tenevano regola stabile su di ciò, ma si governavano secondo le circostanze o la qualità o il carattere della persona e le cose che se ne potevano promettere con una morale certezza. Dopo il primo anno il novizio passava dalla casa di probazione al collegio, ed era ammesso al corso comune di studi od ivi adoperato secondo la sua capacità. In tutto questo biennio ei non faceva alcun voto; ma se voleva farli, premessa la licenza de’ superiori, o se conveniva a questi di farglieli fare, erano i voti semplici che ho detto. Ma subìti i due anni di prove ciascuno doveva obbligarsi con essi voti semplici, e cominciava da quel momento ad essere annoverato fra i membri della Società: allora veniva ammesso alla classe degli scolari o dei coadiutori o a quella degli indifferenti. Questi ultimi erano quei gesuiti di cui non si conoscevano ancora bene le qualità, nè si sapeva a quale uso ap-