Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/157


149

CAPO VIGESIMOSECONDO.


Partendo dalla massima fondamentale dell’Evangelio che l’innocenza de’ costumi e la pietà verso Dio e gli uomini, il che comprende il rigoroso adempimento di tutti i nostri domestici e sociali doveri, sono il primo e supremo dogma; che la legge di Dio non pone la sua essenza in vane opinioni o nella osservanza di speciali riti, ma nella pratica della virtù; che le disputazioni sono figlie d’indole curiosa o superba e menano alla discordia e al fanatismo: Frà Paolo più che le dottrine speculative de’ teologi stimava la moralità delle azioni, e purchè un uomo fosse virtuoso poco si curava di sapere se credeva al merito de congruo e de condigno, alle cinque cause dei sacramenti e al loro numero settenario provato col numero dei sette pianeti, e ad altre cose che saranno vere posciachè i teologi le trovarono in Aristotele, ma che possono bene essere inutili essendo state ignote a Cristo ed agli apostoli.

L’Evangelio comanda di adorare Dio in spirito e verità; San Paolo rimprovera il culto verso gli angeli; e i cristiani dei primi tre secoli ebbero in orrore le immagini come le hanno ora i Maomettani. Eugenio vescovo di Laodicea, che fiorì a tempi di Costantino, fu il primo che facesse pingere sacre immagini nel vestibolo e intorno ai portici della