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102 capo xx.

stiva in una sola persona due o più beneficii, eziandio curati, con tali frodi che parevano essere un beneficio solo. Le commende nacquero dall’uso che vacando o vescovato o abazìa o altro beneficio, e per calamità di tempi non si potendo a quelli provvedere, venivano intanto commendati, o vogliam dire raccomandati a persona proba acciocchè ne custodisse e ne amministrasse la rendita fino alla elezione; ma quell’ufficio era di aggravio e nulla riceveva il commendatore: poi cominciò a partecipare alle rendite, e infine le commende divennero un abuso perchè si prolungava espressamente la vacanza affinchè il commendatore continuasse a godere. La collazione delle commende fu ristretta a sei mesi pei vescovi; ma i papi avendo dichiarato che omnia possunt riservarono a sè l’abuso di conferirle a vita; e molti beneficii furono commendati in perpetuo, cioè passarono da un commendatore all’altro. Le riserve erano un’altra frode introdotta dalla Curia la quale si attribuiva la facoltà di riservare per sè, prima ancora che vacassero, quei beneficii che più le piacevano e che poi conferiva a suoi favoriti. A questi bisogna aggiungere le resignazioni ad favorem, cioè che un beneficiato rinunciava il beneficio a favore di un fratello, di un amico, od anco di un suo bastardo; disponendo così dei beni della Chiesa come di cosa propria.

Lo stesso Giovanni XXII fu inventore nel 1306 delle annate, viene a dire che ogni beneficiato prima di entrare nel possesso del suo beneficio doveva pagare alla camera apostolica la rendita di un anno; la qual novità fu primamente stabilita per soli tre