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capo xx. 101

poli, così o era trascurata la divina parola, o chi doveva insegnarla non risedeva e dimorava invece a Roma a brigare nuove dignità o maggiori ricchezze. Di forma che 50 anni innanzi il 1200 già quella città era diventata il luogo dove accorrevano da tutto il mondo gli ambiziosi, gli avari, i simoniaci, i sacrileghi, i concubinari, gl’incestuosi, e ogni altre mostruosità simili, come scriveva San Bernardo a papa Eugenio III; e nel 1232 in Inghilterra fu fatta una lega de’ cherici e soldati inglesi contra i cherici romani beneficiati nell’isola in grandissimo numero, e ne nacquero tanti disordini che il re Eduardo fu costretto a scacciare il nunzio del papa, senza perciò recarvi rimedio; perchè la Corte moderava sospendeva per un momento i suoi eccessi, ma alla prima occasione favorevole tornava di botto agli assalti, e perseverando vinceva.

La corruttela delle dispense per occupare più benefici andò tanto innanzi, e gli scandali divennero così enormi che Giovanni XXII uno fra i papi più avari e il più sottile investigatore di mezzi per far denari, la chiamò una sfrenata licenza, e con una sua decretale del 1320 limitò la dispensa a due soli beneficii, uno con cura di anime e l’altro senza.

Ma la cupidità e l’avarizia essendo il peccato originale della Curia romana, la provvisione di papa Giovanni non fu che un novello artificio per impodestarsi egli di tutti i beneficii, i quali se prima con una dispensa del papa potevano essere conferiti dai vescovi o dai patroni, poscia recuperati dalla Corte erano dati da lei sotto i titoli di unione, di commenda e di riserva. Per l’unione il papa inve-