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capo iv. 75

temporanei, ravvivato dai pensatori del predente secolo.

Di là passò alla metafisica e all’etica. Intorno alla prima aveva scritto un’operetta che denominò Arte del ben pensare, e da Frà Fulgenzio chiamata dal soggetto Del nascere delle opinioni e del cessare che fanno in noi, la quale essendo anch’ella smarrita, per farla conoscere al lettore ne trascriverò la dotta analisi fattane dal procuratore Marco Foscarini. È una citazione un po’ lunga, ma la nobiltà dell’argomento e l’eleganza dello stile saranno utili compensi.

«Il sistema dell’autore, dice il Foscarini, in genere è tale. Egli mostra come gli oggetti esterni operano sopra i nostri sensi, e distinguendo l’oggetto che move la sensazione dalla sensazione medesima, sostiene che gli odori, i sapori, i suoni ec. sono affezioni dell’anima, non proprietà del corpo: con che mette differenza fra le sensazioni e le qualità sensibili. Con questi primi materiali ricevuti dalla qualità sensitiva riposta nel corpo nervoso e ritenuti dalla memoria, la facoltà discorsiva o distintiva, o l’intelletto agente forma la serie di tutte le altre idee, astraendo, componendo o comparando ecc, e così le specie, i generi, gli assiomi o le massime generali, e le argomentazioni.

«Segue a dire che il senso non falla mai riferendo puramente la sensazione fatta in lui dall’oggetto sensibile; ma nascere gli errori dall’appoggiarsi a un senso solo, o dal non rettificare con gli altri al falso discorso nato dalla prima impressione. Siccome i sensi non riferiscono all’intelletto