Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/64

56 capo iv.

secuzioni fratesche e una prigionia di 27 anni morì quietamente a Parigi nel 1639. Tanta è la potenza del genio italiano, che dove le altre nazioni imbarbarirono tosto che furono oppresse, ei grandeggiò a dispetto della fortuna; e fra le stretture di timidi incresciosi governi, sotto la verga del dispotismo, fra i dolori del corpo e dello spirito, nello squallore dei carceri, nella miseria dello esilio ardette immenso il generoso amore della sapienza. Pochi dei sommi uomini d’Italia furono felici, i più perseguitati e infelicissimi. Giordano Bruno condannato dai falsi giudizi del mondo alla infame taccia d’ateo, ha bisogno ancora di una età illuminata che rivendichi il pregio delle sublimi sue speculazioni. Non è colpa dell’Italia o degli Italiani se la memoria di sì grand’uomo passa inonorata fra loro, e se toccò ad un tedesco, il dottore Wagner, il merito di tirarne gli scritti volgari dall’inglorioso oblìo in cui giacevano sepolti, e che, studiati, mettono Giordano Bruno a lato de’ più profondi pensatori.

Fu il precursore di Galileo, di Cartesio, di Leibnizio e di Fichte; anzi i tre ultimi non fecero talvolta che copiarlo. Incominciò molte scoperte nella astronomia e nella fisica, e ne indovinò altre. È il primo che abbia assunto con qualche estensione la difesa del Copernico. Privo di sussidi artifiziali, colla sola potenza del suo ingegno, indovinò essere le comete non meteore, ma veri mondi siderei soggetti a moti regolari; indovinò più altri pianeti oltre ai conosciuti in allora; e che le stelle fisse sono sistemi solari; e la forma sferica a cui tendono la materia e i mondi; ed essere tutti i globi popolati, co-