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capo xvi. 323

vano a guardia sulle botteghe, e gridavano alla gente: Fate largo a Frà Paolo.

Il Senato sino dai 9 ottobre, cioè quattro giorni dopo successo il ferimento, aveva decretato 100 ducati da spendersi nella malattia del Sarpi; a’ 27 dello stesso mese gli aggiunse una pensione annua di altri 400 ducati affinchè potesse mantenersi una gondola e provvedere con ogni modo alla propria sicurezza; i Savi del Collegio ebbero comandamento di provvederlo, a spese pubbliche, di comodo alloggio sulla Piazza di San Marco, attiguo al palazzo ducale; e gli fu data facoltà di abitarvi col suo amico Frà Fulgenzio, e con qual altra compagnia più gli piacesse: e per sopperire ai narrati dispendi e alle promesse taglie fu fatta eccezione a una legge dei 24 marzo 1567 che proibiva di spendere il denaro pubblico ad uso di privati. Ma il Sarpi modestamente ricusò i 400 ducati, e non essendo stato possibile di fargli abbandonare il convento, furono aggiunte alla sua cella alcune camere e mobili dove potesse agiatamente studiare, tener libri, conservar carte, dar posto conveniente al suo scrivano e agli altri che lo servivano; e fu praticata una fabbrica per cui uscendo dal suo alloggio e passando per un corridoio e una scala secreta, montava in gondola senza vedere la strada o i ricinti comuni del chiostro. Non volle mai far uso della licenza concessagli di farsi accompagnare da persona armata: distinzione di gran momento, conceduta raramente, in casi particolari, e a sole persone qualificate. Fu consigliato ancora ad avere una cucina propria, ma volle continuare a cibarsi nel refettorio. Infine nulla fu pre-