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capo ii. 23

San Filippo Benizzi, bambino di cinque mesi che poppava dalla balia, ruppe lo scilinguagnolo e gridò: Ecco i Servi di Maria; — il terzo, che la Madonna fece da sartora tagliando il modello dell’abito cui dovevano vestire, non più cinericcio, ma nero; e da legislatrice, portando loro dal paradiso la regola di Sant’Agostino. Così raccontano gli annali dell’Ordine.

San Filippo Benizzi quinto generale lo ampliò; raccolse le prime costituzioni, ma ebbe a patire disturbi dal papa Innocenzo V e da molti prelati che volevano abolire il suo Ordine. Onorio IV nel 1286 lo prese sotto la sua protezione, e i successori gli concedettero assai privilegi. Si dilatò da poi fino a contare 27 provincie e 70 monasteri, primo per lusso e ricchezze quello dell’Annunziata di Firenze. A Venezia lo introdusse nel 1316 Frà Pietro da Todi ottavo generale.

Ma perchè la concordia tra i frati non può esser lunga, i Serviti sotto pretesto di riforma si divisero, gli antichi chiamandosi Conventuali, e i riformati dandosi nome di Congregazione de’ Servi. La principale, e che durò più lungamente, fu quella di Venezia a cui erano congiunti i conventi di Mantova, Verona, Cremona, Brescia, Bergamo, Udine e qualche altro. Eleggeva un vicario generale, che in compagnia di un commissario interveniva ai comizi dell’Ordine; ma indipendente dal prior generale. I Serviti di Firenze fieri delle loro ricchezze, del numero e della protezione che godevano dai gran duchi di Toscana, e che si consideravano come il ceppo della famiglia, vedevano di mal occhio que-