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22 capo ii.

braccio, un cappuccione in testa ricordano l’immagine dell’antico Diogene.

Ogni età ha le sue pazzie, e il medio evo era per i monaci e frati, i quali sommavano a tanto numero che il concilio di Lione nel 1274 proibì che nuovi Ordini s’istituissero: legge non nuova, perchè già prodotta da Innocenzo III nel concilio di Laterano nel 1215. Ma perchè i papi che le fanno sono poi sempre i primi, quando è utile, a violarle, se Innocenzo III nel 1215 statuiva la legge anzidetta, Onorio III suo successore la violava il seguente anno, approvando l’Ordine dei domenicani e poi nel 1223 confermando quello di San Francesco. Nè i papi seguenti furono più scrupolosi, tranne Innocenzo V che nel 1276 pretese di abolire l’Ordine de’ Servi.

Il quale, quasi contemporaneo agli anzidetti, vanta per suo fondatore San Filippo Benizzi; ma per vero deve l’origine a sette mercatanti fiorentini che si adunavano ad una cappella a salmeggiare in lode della Madonna, e verso il 1230 decisero di formare una vera società di frati, approvata nel 1248 dal cardinale Rainesio legato di papa Innocenzo IV, e sette anni dopo formalmente confermata da Alessandro IV.

Tre miracoli, perchè senza miracoli non viverebbono frati, concorsero alla instituzione di quell’Ordine: il primo, che quei mercanti furono avvisati da una celeste voce a formare una società di Regolari; — il secondo, che entrando, essi in Firenze imbaccuccati di saione cinericcio e i ragazzi dando loro la baia, forse perchè gli credevano maschere,