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254 capo xii.

restarlo; chè i figli salgono sulle spalle dei loro padri, e sulle spalle di quelli salgono altri figliuoli ancora, di maniera che ogni generazione vede più longinquo dell’antecedente. A tal che tutte le instituzioni stazionarie, corrotte dal vizio della propria immobilità, si riducono in diretta o quasi diretta opposizione collo stato sempre rinovantesi dello spirito umano.

Tale fu il destino del papato. La sua storia è la parte più bella e più luminosa della storia moderna, ed abbraccia per così dire tutta la patria degli uomini. Per lungo tempo fu il solo propugnacolo contro la prepotenza della spada; l’Italia gli è debitrice di molte miserie, ma ancora di molta gloria; e l’attuale incivilimento de’ popoli, del primo e precipuo suo impulso.

Ma non che seguitasse questo moto progressivo, fece sforzi per reprimerlo quando non tornò più utile, e per farlo rimbalzare indietro, e per circoscrivere confini alla attuosità del pensiero, e per corrompere la morale dei popoli e regnare all’ombra dell’ignoranza e del mal costume. Errori funesti! imperocchè le grandi rivoluzioni non sono opera umana, ma l’effetto di viziose instituzioni che reagendo contro lo spirito pubblico ne sconcertano l’armonia; sono l’effetto delle leggi istesse della natura, che, disordinate dalla forza imbecille degli uomini, cercano di riguadagnare il primitivo loro equilibrio. E da tale disordine ebbero appunto origine le innovazioni di Lutero contro a’ papi: i quali si sostennero non emendando gli abusi, ma ricorrendo a nuove fraudi, e adulando l’orgoglio e l’avidità