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più secoli dopo, lo rimandarono al vescovo che scomunicato lo aveva, confessando che lui solo poteva sgravarlo; e in ultimo era così povera che fino al 220 usò vasi sacri di legno. Zeffirino vescovo di Roma, che visse a quel tempo, fu il primo che ne introdusse di vetro; e circa dieci anni dopo un suo successore li sostituì di argento, quando [appunto]Fonte/commento: ed. Basilea, 1847 l’imperatore Alessandro Severo proibiva gli argenti al culto pagano siccome oggetti di pompa inutile e di mondano fasto. Nel 254 questa sede era diventata abbastanza illustre per stimolare l’ambizione; Cornelio e Novaziano se la contesero e fecero scisma: d’allora in poi per circa 150 anni vi furono due vescovi in Roma, ed anco tre o quattro, viene a dire che ciascuna setta vi aveva il suo; finchè Dàmaso protetto dal prefetto di Roma e da’ primi senatori, abbenchè pagani, riuscì a dominar solo.

Nel 167 abbiamo il primo esempio in cui i vescovi romani s’immischiarono negli affari comuni della Chiesa. Discordavano i cristiani sul tempo in cui dovessero celebrare la pasqua: quelli della provincia di Asia ed altri del Ponto e della Cappadocia, appoggiati alla tradizione degli apostoli Giovanni e Filippo, la celebravano ad un modo; e quelli dell’Acaia e dell’Occidente, appoggiati alla tradizione degli apostoli Pietro e Paolo, la celebravano ad un altro; prova che le tradizioni apostoliche erano già incerte fino di allora. San Policarpo vescovo di Efeso andò a trovare Sant’Aniceto vescovo di Roma: non poterono concordare, ma si divisero amici.

La medesima contesa rinacque verso il 198. Vittore romano, in cui già pullulavano pretese di au-