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IN MORTE

DI

LODOVICO MURATORI


SONETTO


Pallida il volto e di color di morte
     Donna cinta vid’io di nero ammanto
     Seder dimessa a un bianco avello accanto,
     Versando un fiume dalle luci smorte.

Ond’io vêr lei: Chi se’? l’acerba sorte
     Tua dimmi, e chi è cagion di duol cotanto:
     Forse non fia chi così largo pianto
     T’asciughi mai, e gioja al cor t’apporte? —

Umiltade io mi chiamo, e fin che ’l velo
     La chiar’alma lasciò di Lodovico
     Le fui compagna, e poi la scorsi al Cielo.

Or che sola m’assido qui tra voi,
     Sul freddo sasso i’ piango il dolce Amico,
     E narro altrui piangendo i pregi suoi.