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IL MIO RITRATTO


SONETTO


Non hommi bianco il volto e l’alma nera,
     Lettor gentil, nè sotto vario aspetto
     So pinger ciò che nutro o celo in petto,
     Nè villana già sono o menzognera.

Ciò che fuggo il mattin spregio la sera;
     D’ombre vane non pasco l’intelletto;
     Son nemica mortal di rio sospetto;
     Ed ho candido il cor, la fè sincera.

Il conversar mi piace, il giuoco, il riso;
     Non son soverchio allegra, non ritrosa;
     E al retto e saggio oprar ho il cor sol fiso.

Or venga, chiunque vuol, il mio ritratto
     A riguardar, ch'è pur mirabil cosa,
     Com’esso mi assomiglia affatto affatto.