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prire degli occhi dobbiamo richiedere d’infinite cose gli usi, le proprietà: e se commendasi la curiosità come una felice disposizione ne’ fanciulli, che promette frutti grandissimi di sapere, perchè non dovrà pregiarsi in una Donna, a cui nulla s’insegna ne’ primieri suoi giorni? In seguito, come voi dite, non lice a noi gir vagando qua e là, come i nostri Signori usano; quindi per necessità dobbiamo apparire curiose. Negli uomini la curiosità è desta e appagata per tempo, in noi si lascia sopita, ed è gran ventura se risvegliasi opportunatamente. Ma deggio dirvi che la vostra è più discreta ch’io non vorrei? Siete discreta così, che per poco vi taccierei di troppa discrezione. Curiosità ragionevole e necessaria, poi punto! Perchè una discreta erudita curiosità non la commendate voi alle Donne? è vero che con assai d’avvedutezza ne inserite l’elogio, quasi fingendo non averla in mira; ed avvalorate la donnesca erudita curiosità coll’esempio vostro, sicchè vi perdono se più non vi siete diffusa, e seguito l’orme vostre.

Ma che non dovrò dire dello Spirito? vaga e bizzarra è ben la vostra quistione. Voi formate la vostra Donna di spirito di tre ingredienti: leggiadria, saviezza, dottrina. Piacemi più questa vostra composizione che alcune delle metafisiche diffinizioni, che ho lette sopra lo Spirito. Davvero essa è ingegnosa, e nuova affatto per mio avviso, ed io trovola commendabilissima, perchè faria troppo desiderabile che chi possiede ingegno, talenti, vero spiri-


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