Pagina:Bianca Laura Saibante - Discorsi, e lettere, Venezia 1781.djvu/51


47

dello de’ più mostruosi, che immaginar si possano; nella persona di Donna Eleonora Marchesa di Tavora, la quale sopra un infame palco sagrificò alla sola ambizione il marito, il figliuolo, il genero, se medesima, i beni, l’onore, e finalmente l’intera famiglia nell’enorme congiura, che macchinò, e scoppiar fece l’anno scorso in Lisbona contro la persona del suo proprio ed ottimo Sovrano il Re di Portogallo? Hanno certo le Donne, (e sia detto in buona pace, che sono donna anch’io, e non tendo, nè tenderò giammai a sottrarmi da sì grazioso numero), hanno, dissi, le Donne per natura un certo non so che, per mezzo del quale inclinano di soverchio a dominare; venga poi questo o per l’origine loro, dirò così, nè v’incresca, ch’io vel dica in faccia, più nobile di quella dell’uomo, perchè formate di carne, e non di semplice limo; o venga per l’ingegno loro assai perspicace, o per la fantasia viva ed accesa, io non saprei sì di leggieri decidere. Ben mi cade in acconcio di farvi osservare, come un tale impulso oltre all’essere naturale, viene ancora in noi fomentato da coloro, che fingendosi amici tuttogiorno nelle nostre case frequentano. A taluna parrà d’esser bella, o graziosa, o spiritosa, o saggia, e nol sarebbe in realtà, e non le parrebbe d’esserlo forse, quando la turba adulatrice non le sonasse all’orecchio con pregiudizio di non mai conoscer, e corregger se medesima, lodi menzognere, incantatrici, e perniciose, le quali non vagliono ad altro, che a far vivere la meschina in perpetuo


in-