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chè praticata in un Secolo depravato cotanto, in cui non solo le Principesse sdegnano chinar la dilicata mano a cose cotanto abbiette, ma le più tra le Donne Nobili tengono a vile l’impiegarsi ne’ lavori anco più necessarj di esse, non che della propria casa.


Continuazione del precedente Discorso intorno agli Esercizj convenienti alle Nobili Donne.


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Vendo io, come ben vi dee sovvenire, valorosi Compagni, nell’altra mia tornata esposto, il meglio ch’io seppi, qual si fosse l’uso de’ lavorieri appo le Nobili Donne de’ vecchi tempi; ora non isconvenevol cosa mi sembra il proseguire il mio Ragionamento trattando di ciò, che alla mia condizione, e al mio sesso appartiene, giacchè secondo il proverbio, Fabri fabrilia tractant: ognuno dee ingegnarsi di far parola di quelle cose, che non solo non può ignorar senza colpa, ma deve anzi per proprio esercizio adottare. Adunque siccome ho dimostrato, il tessere, e filare essere stato il mestiere usitatissimo, pel cui mezzo quelle valorose Donne gran fama, e appresso de’ Saggi estimazione si meritarono; così al presente intendo esporvi l’opinion mia intorno al cucire, e al ricamare, della cui cognizione vorrei principalmente, le vostre gentili Donne fossero corredate. Ma qual di queste due occupazioni anteporre si debba, e come a Nobil Femmina esse convengano, permettete, che ad esaminare mi faccia. L’uso del cucire quanto utile apporti alla famiglia,


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