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toga regia listata, tessuta da Tanaquil moglie di Tarquinio Prisco, la qual toga insieme con altra lana, colla rocca, e col fuso, e colle pianelle durarono illese nel tempio di Anco Marzio, siccome scrive Varrone, infino al suo tempo. Appresso questo abbiamo, che la famosa Lucrezia giorno e notte attendeva a filare insieme colle sue damigelle. Il Santinelli poi, dove parla della disciplina, e de’ costumi delle Donne Romane, dice, che il filare le lane ed il lino era proprio delle Matrone, e delle libere, e il tessere, e colorire soltanto alle schiave, e ignobili apparteneva. La qual differenza del tessere e filare dopo l’ingrandimento di Roma si sarà forse introdotta. Sebbene a’ tempi d’Augusto sappiamo tuttavia come questo Monarca padrone del Mondo per buon tratto di tempo altri panni non vestì, che quelli o dalla sorella o dalla propria moglie fatti. Oltre i sopraddetti esempli moltissimi altri ne potrei addurre, i quali tralascio per non riuscire stucchevole troppo più che non è il dovere. E intanto mi piace conchiudere con una dotta ed utile riflessione, che fa in tal proposito ragionando il celebre compilatore della Storia Mr. Rollin1. Osservo (dice egli in questo stesso racconto) alcune orme preziose della felice semplicità de’ tempi antichi, ne’ quali le Donne anche più qualificate si esercitavano in lavori utili, e talvolta anche penosi; in una parola, l’occupazione, la fatica, le cure domestiche sono il patri-


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  1. Storia Romana.