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L’altra commemora la visita fatta al monastero dal Giovannetti Arciv. di Bologna, qui ospitato a grand’onore del conte Flaminio de’ Bardi abate.

Come se il soggiorno del Porporato potesse servirgli di lavacro alle non poche ribalderie commesse, così quella buona lana del Conte Abate Flaminio, racconta l’avvenimento.

Terque Quaterque Felix Fortunatumque Vernium
Quod Eminentissimus Andreas Joannettus
S. R. E. Cardinalis Et Bonon Archiepiscopus
Lustrando Finitimam Dioecesim Huc Accesserit
Et In His Aedibus Montis Plani Per Quatriduum
Summa Comitate Constiterit
Ppinceps Vere Maximus
Qui Amplitudinem Dignitatis
Suis Virtutibus Auget
Clarissimo Hospiti
Flaminius Comes Et Abbas Bardius
Monumentum
L. L.                    P. C.

Fino dai primi secoli dopo il mille, moltissime cartapecore attestano i numerosi appezzamenti de’ terreni che alla Badia venivano donati, offerti, venduti; ed essa fu una delle prime dell’ordine di Vallombrosa.

Non si sa bene quando i monaci definitivamente l’abbandonassero: si trova che nel 1470 vi esistevano sempre, perchè Paolo 2.º la concedè in commenda a Filippo de’ Bardi con facoltà d’appropriarsi alcune rendite, dedotte le spese pei monaci. Ma questi non vi durarono a lungo, poichè nel 1623, la Badia fu eretta in parrocchia, secondo scrive il Conte Ferdinando Bardi pel motivo principale della lontananza delle Chiese.1



  1. Conte Ferdinando, Vita e morte d’un feudo. Questa è l’opinione del Bardi, senonchè il primo stato d’anime esistente nel-