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nicipio, memore delle opere di misericordia corporali, teneva pronto un tradizionale recipiente metallico, vulgo romaiolo, appeso ad una catenella. Ora per misura igienica fu tolto.

Queste fontane son così impetuose, e ghiaccie abbondanti che si hanno meritato il nome di «Doccie».

Parlammo dell’Oratorio dei Girotti, ad ovest del paese, dove si venera un antica immagine che si crede provenire dall’antichissimo Castiglione, onde si appella Madonna del Castellazzo; accenniamo ancora quello sotto la Chiesa Vecchia dedicato alla Vergine di S. Luca, in luogo detto Linari, nelle terre dei Cassarini. Vi sono anche altri oratorï, ma non meritano per il lato del l’arte e della storia che se ne faccia menzione speciale.

Sul lato destro del Brasimone, a valle, oltre poco a Làgora, il fianco del contrafforte era ombreggiato da una densa, annosa foresta di querci delle quali, ancora rimangono le vestigia.

Qui rimangono i ruderi d’un vasto fabbricato, cui ora muovono il vomero dell’aratro, la zappa dell’agricoltore. Ivi, come narrano la tradizione e gli antichi cronisti, fu un’antica Abbazzia, l’Abbazzia di Pampana. Ivi pure, come in tanti altri luoghi, ebbero lor sede i monaci benedettini, essi pure costretti ad esulare dalla ferocia dei tempi. — È voce comune che, edificandosi, nel secolo XVI la Chiesa attuale di Traserra, e colonne e capitelli e pietra battuta vi fossero portati da qui.

Così pure sulla riva sinistra del Sétta, in quel di Sparvo, territorio pure di Castiglione ebbe un giorno