Pagina:Bettini - Guida di Castiglione dei Pepoli, Prato, Vestri, 1909.djvu/177


— 145 —

e che solennizzavasi anche dai Romani il primo Maggio, attribuendosene a Romolo l’istituzione1.

In una delle punte dell’altipiano di Montovolo detto Cantalia si ergeva il più forte dei molti castelli dei Conti di Panico, nel quale si rifugiarono l’anno 1306 inseguiti dall’esercito del Comune di Bologna. Ivi il vecchio Maghinardo e il terribile Mostarda suo figlio naturale, sostennero un lungo assedio, finchè non riuscirono a fuggire di nascosto con tutto il loro seguito lasciando in tal modo ingannati gli assedianti, che per altri due giorni rimasero intorno al castello, tanto che poi accortisi della fuga, lo invasero facendovi copioso bottino di quanto vi trovarono. È quindi fama che vi abbia esistito, e potrebbe esistere ancora, chiusa però alle estremità, una via sotterranea che da Cantalia conducesse alla Rocca di Vigo, e di là forse all’antico monastero di Carpineta2.

Montovolo è nella parrocchia di Vimignano, ed oltre all’avere una certa importanza storica ne vanta una molto più ragguardevole religiosa.

Molti soldati romani, secondo la tradizione, che aveano abbracciato la fede cristiana, furono spediti quassù da Massimino, il feroce e barbaro imperatore e quassù vennero tutti trucidati. Con essi, sempre secondo la tradizione popolare, ebbe la corona del martirio, il loro antico capo, forse centurione, Acacio o



  1. Taluno chiama questo monte «Palleuse» in questo caso non sarebbe presumibile che desso fosse stato sacro a Pallade, o che vi fosse un qualche tempio di quella deità?
  2. Cenni storici su Montovolo, Vergato Tipografia Nazionale 1882 d’anonimo. Appennino Bolognese ai Robbiani p. 378.