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dal governo invasore, occuparono il distretto del Bisenzio, e quindi anche Castiglione.

Commisero un monte di follie: bruciarono gli stemmi francesi, gli archivi, ove si trovavano anche gli antichi statuti del feudo; venderono, per accaparrarsi il favore dei paesani, quasi per nulla, il sale in deposito.

Ma il pazzo tentativo andò fallito: non era giunto ancora il tempo in cui l’astro napoleonico dovea tramontare. Anche in Val di Bisenzio, a Vernio, si ricordan tuttavia coteste bande stolte, allucinate, ma non feroci. Alcuni di quegli sciagurati dettero, incoscienti, al loro fanatismo tributo della vita.

Castiglione fece parte della Repubblica Cispadana, poi della Cisalpina, poi del Regno Italico, primo in questo secolo, vero feudo di colui, che

..... «Imperator fu, che potea
» Sanar le piaghe che hanno Italia morta»

e, o non volle, o non fu in tempo, o non seppe.

Venuta meno la fortuna francese, Castiglione fu annesso alla legazione pontificia di Bologna.

Non ritesso la storia dal 1814, al 1846. Furono anni di fremiti, di conati, di illusioni, di tranquillità apparente....... «incedis per ignes — suppositos cineri doloso».

Sembrò all’elezione del Pontefice Pio IX che un’èra novella fosse per sorgere: l’arra ne era stata largita ed abbondantemente... Per colpa delle sètte strapotenti, per le discordie degli italiani, le belle speranze finirono sui campi infausti di Novara, dopo tanto sangue generoso versato, dopo Pastrengo, dopo S. Lucia, dopo