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84 | Cap. I. stato d'Italia |
sconfitto il re Berengario al primo incontro, inondarono la Lombardia: di là i saraceni, o mori d’Africa, e di Spagna desolarono le Sicilie, ed il ducato romano con molte coste marittime dai due lati egualmente1. Gli uni, e gli altri barbaramente operavano il ferro, e il fuoco, anelavano solo alla preda, e alla strage, sicchè spensero affatto gli avanzi d’ogni socievolezza. A quest’epoca deplorabile fu la ruina fatale degli archivj,
- ↑ Gio. X. papa fu valoroso in reprimerli; essendo allor decente anche a’ Papi il valor militare come fu lodata tal scienza da molti autori in Gio. XV. Papa(morto al 996.) In armis eruditus, & multos libros composuit; fu di lui scritto.
di Capoa, d’Amalfi, e di Napoli. Taranto presero nel 927. Genova fu loro preda nell’anno 935. messi a fil di spada gli uomini tutti, e le donne, e i fanciulli trattine a schiavitù.
Una parte di loro erasi rifuggita nel 906. a Frassineto tra Nizza, e Monaco, ove si fecero forti, e numerosi sino al 942. correndo a saccheggiar di colà il Piemonte, il Monferrato, e la Lombardia. Il celebre monastero della Novalesa fu lor preda al 906. Nonantola appresso, e Modena n’ebber danni gravissimi, e così molt’altre città.