Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
82 | Cap. I. stato d'Italia |
nj eran giunti vescovi, e abati per la prodigalità de’ donatori predetti. Ora occupati così da’ soldati, e cortigiani i monasteri si videro divorati dal lusso di quelli, cacciati i monaci, o almen negletta ogni lor cura, e quindi scandali prevaricazione ozio ignoranza dominar sino a que’ più riposti refugi della pietà, e dello studio. Cadde adunque del tutto quella poca dottrina, ed industria studiosa, che s’era per ultimo riparata tra solitari. Qual dunque esser poteva in mezzo al tumulto dell’armi, e delle stragi?
A queste già molto lacrimevoli stragi fatte dalle discordie degl’italiani signori s’aggiunsero quelle de’ barbari settentrionali, e meridionali insieme, che nuovamente ogni giorno infierirono, e più che mai nel X. secolo1. Di qua sbucarono gli Ungheri, o
- ↑ Monte Casino, Farfa, Volturno, Subbiaco, Novalesa, Nonantola famose abazie principali già divenute quasi città, ebbero quella sorte per gli ngheri, ovvero Avari, ed Agareni di tartara origine. Così le città quasi tutte. Basti dir di Pavia