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80 | Cap. I. stato d'Italia |
mi a predominare, donando il pontificato a persone or per età, or per costumi indegnissime, e avvilendo la dignità suprema con violenze inaudite, con prigione, con orribili stragi al pari di quelle, che Roma avea vedute nelle furibonde gare tra gl’imperadori idolatri de’ tempi più sanguinosi.
Depressa a tal segno la sede di Pietro, caddero nell’obbrobrio le vescovili, nelle quali già s’erano intrusi i cortigiani, i capitani, i favoriti degl’imperadori, che colle mitre premiavano i militari servigi, e i domestici parimente. Si videro sin de’ fanciulli sulle cattedre pontificali, e le più pingui, e venerande abazie date a gente di guerra, e di corte, sicchè ne venne quel nuovo titolo d’Abati-Conti, ed ogni infame traffico simoniaco dominò largamente, benchè papi, e concili, spezialmente il romano nel 981. pugnassero incontro a tanto peccato. Per colmo di mali i tiranni di Roma, detti consoli, o patrizi, come Crescenzio scelleratissimo eran protetti da’ greci imperadori, perlocchè, nella storia ecclesiastica è quel secolo defor-