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Cap. I. stato d'Italia |
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non altra letteratura, può dirsi, aver fondata fuor la peripatetica, a ciò concorrendo non poco il commercio cogli arabi sin d’allora1. Imperciocchè il Califo Aronne tra quelli illustre2, che il Carlo Magno può dirsi de’ mori, e tenevasi grandemente amico dell’imperadore, protesse tra suoi l’arti, e gli studj, lasciò monumenti preclari, e fu di lui più felice eziandio per successori più sag-
- ↑ Sia
dall’anno 765. i mori di Spagna erano giunti a gran coltura di vivere. Cordova poteva dirsi la loro Atene, e Abderamo il loro Augusto; la mollezza, il lusso, l’arti, gli amori vi furono in voga, e a sommo studio di dilicatezza. Sembra di là esser venuta la cavalleria romanzesca pei giuochi, pugne, corse satte in presenza delle donne, e premiate per loro mano, come la musica, e la poesia amorosa, con cui celebravan le Belle.
- ↑ Tra lor celebre è il Califo Almamone figlio suo, e settimo della famiglia degli Abassidi, che salì sul trono all’813. e fè tradurre dal greco i migliori libri, e promosse grandemente l’Astronomia tra suoi arabi: onde venne gran lume in Europa. Gli ebrei di Spagna con loro a gara ebbero la miglior parte nelle Tavole Alfonfine, come vedrassi