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Cap. I. stato d'Italia |
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zione in quei tempi, e costumi, parmi trovare, oltre ai danni venuti per colpa dei suoi successori, una ragione del tristo riuscimento di tante speranze. La grande impresa di riformar popoli, e regni gli si fece conoscere difficilissima, come è in fatti, e fu sempre. Pensò, che la religione era il mezzo più facile, e più efficace, come lo avea provato, a frenare, e tener soggetti i popoli più feroci da lui conquistati. A quella dunque tutto si volse; gli uomini religiosi furono suoi consiglieri, ed Alcuino il principal confidente. Lo zelo di questi tutto rivolto a’ sacri studi, poco a poco ebbe in sospetto gli autori antichi greci, e latini, come corrompitori della morale cristiana, e furon banditi dalle scuole, talchè molto costò di fatica a Sigulfo collega di Alcuino, e men rigido di coscienza a rimetterli poscia in credito. Dunque i soli autori sacri furon promossi, e il sapere fu canonico tutto scritturale teologico. A que’ tempi ancor non dirozzati, e in quei principi facilmente si venne alla disputa, alle controversie, alle sottigliezze, alle inter-