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Cap. I. stato d'Italia |
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timento qui eran vive però piucchè altrove. Paolo Diacono di Cividal del Friuli caro ai re longobardi, e al lor servigio, poi monaco e carissimo a Carlo Magno intorno al 780. merita il primo luogo. Sarà immortale per la storia sua de’ longobardi, e fu dottissimo per altre opere eziandio poetiche e credesi morto verso l’800. Dopo lui vengono Pietro di Pisa1 amico di lui, e con lui poeta, diacono anch’esso, e professore grammatico a Pavia: Teodolfo, e Landrado pur grammatici professori a Roma, (che allor valea quanto dotti, ed insigni in lettera- tura) il gran Paolino d’Aquileja, ed altri favorì, ed ebbe in pregio. Lo stesso immortale Alcuino, discepolo di Beda, benchè straniero pur ebbe Carlo la prima volta a vederlo in Italia, e qui con lui legò dapprima la confidenza, prendendolo a suo maestro, e la comunicazione reciproca a tanto
- ↑ E il fece presidente alle scuole di palazzo e suo maestro, dice il Cav. del Borgo ( Vol. IV° sopra le cose pisane. )