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possessori avean preso dalla religione, e dal clima più mite, e dagli avanzi de’ nostri antichi quasi loro malgrado più mite ingegno, e qualche imitazione d’umanità, e di coltura spirata quasi coll’aria d’Italia. Roma per lui fu nuova patria, ove fatto romano patrizio, e romano imperadore, divenne romano d’animo, e di pensieri.
Nato egli veramente con le più felici disposizioni ad ogni illustre intrapresa, e già date avea pruove di un animo eccelso, e di una rara prudenza, e valore specialmente tra l’armi. Occupato da queste gran tempo, appena avea potuto osservare alcun lineamento di sapienza pacifica e letteraria tra pochi dotti, e studiosi di Francia, ove poi condusse, e chiamò da Roma maestri, e professori, sicchè la coltura là venne da noi, dice Maffei1. Ma venuto in Italia, parve aspettarlo il destino degli uomini veramente grandi, cioè l’amore alle lettere, e a’ letterati. Quantunque in estremo abbat-
- ↑ Verona Illust. p. p. fol. pag. 338.