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qualche monaco parve gran dotto per saper

trascrivere l’opere degli antichi, che infatti ne’ monasteri per tal mezzo si conservarono, Cinque secoli durò in questo stato la misera Italia, cioè sino al mille, dopo di cui tor- nossi alquanto alle arti, ch'erano prima sta- te negkrre per una credenza universale, che la fine del decimo secolo dovess’ essere quella anche del mondo. Intanto passate erano agli arabi, ai saraceni, in Grecia, e un poco in Inghilterra alcune maniere di studi, poiché là meno infierirono le barbariche, incursioni. Poco dopo al mille cominciarono a pullulare (mancando alquanto! timori, e i barbari) alcuni studiosi, e si vide nascere la scolastica anche’ tra noi. Poco nulladimeno uscì dai chiostri quasi dalle fazioni civili spaventata; indi ad un secolo si trovan memorie di nostri scrittori assai rozzi però, e grossolani, sinché si giunge ai tempi di Dante, di Boccaccio e di Petrarca, a’ quali si deve il ristoramento della lingua nostra, e degli studj. Intorno al tjoo. fu propagata la bussola da navigare, dalla quale è incredibile quanto sconvolgicelo nell’ italiana industria, e nel commer-