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Mille Dugento. 295

Dante scrisse la monarchia oltre gì* irriverenti

passi della commedia. Boccaccio insultò, e schernì il clero, e il monachismo, Petrarca medesimo si mansueto per indole dettò i sonetti amari e passionati contro di Roma; così dicesi, ma dir si dee contro Avignone. Ma ritorniamo a riconoscere alcun altro de’ primi maestri nel vero lor lume, e per brevità diamo un’occhiata al monaco Graziano padre della giurisprudenza canonica. Anch’ egli allo scolastico metodo si tenne di necessità, essendo usato allora in ogni scuola, e il più spedito insieme in tanta confusione d’opinioni, e vastità di materie. Ma quanta dottrina, e studio gli bisognò, quanti libri ei solo rivolse allor sì rari; e chi può stupire, che gli costasse ventiquattro anni d’applicazione indefessa? Ma qual mirabile ingegno quello non fu, che i monumenti più oscuri, ed incerti, le più confuse e ripugnanti opinioni, le leggi e sentenze più discordanti mise insieme, e conciliò in un ordine filosofico, e con diduzione, ed intreccio non più veduto? Le sue ragioni, e spiegazioni sopra i punti più controversi ed oscuri, onde illustra

ogni