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292 | Capo quarto |
un’immensa carriera. Ma in esso con discreto
uso della dialettica, e filosofia d’Aristotele, (che tutta comprese, e trattò pure a parte) congiunse la più profonda meditazione delle scritture, la dottrina, e storia antica de’ santi padri e de’ greci ancora sì poco allor noti, essendo omai provato, che il greco linguaggio ei sapeva da più scrittori, che un tal punto han dibattuto. Così avessero dopo lui fatto progresso su quel fondamento sicuro di sua scolatica i teologi succedenti, ed elevati edifizj di dogmatica e di positiva in vece di rimanersi contro sua intenzione sempre sull’orme stesse, e d’alterarlo poi miseramente, come avviene tra gli uomini pel lungo, e servii maneggiare che fanno una stessa materia e professione, e molto più per l’ostinate contese e partiti, che vi s’intromettono. (a)
Co (.a") Non so per quale umor troppo critico il Muratori nel suo libro del buon-gusto abbia si forte gridato contro il metodo, e le dottrine di s. Tommaso. Bastava accennarne i difetti, come io fo, jna rispettando il grande ingegno, e sapere, confrontando seco il suo secolo, e incolpando la sua educazione.