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280 | Capo quarto |
bici autori, (a) o tradotti dall’arabo, a’quali
fu forza tenersi in quell’aprir di sentiero oscuro ancora, e imboschito. Per altro è gloria d’Italia grandissima V aver ella dato a Parigi s. Tommaso d’Aquino, che a dispetto di tanta corruttela vi conservò un ingegno sì filosofico veramente, cioè tanto profondo, quanto chiaro, e ordinato, onde ha sino a quest’oggi riscossa la venerazione de* più critici, e de’ più liberi pensatori. Così s. Bonaventura, come sopra accennammo, onorò coll’ Italia la teologia più certamente, io credo, che non l’onorasse con quell’acutissimo suo genio e col farsi capo discuola il settentrionale Scoto sottilissimo nominato (£).
Non
(*) Non erano già spagnuoli, benchè in Ispagna, que’ barbari corrompitori delia ragione.
££) S. Tommaso ha il pregio d’avere tra primi cercato l’originai greco d’Aristotele invece dell’arabe traduzioni usate generalmente. Ciò fu allor, che per volere d’Urbano IV. dettò, e spiegò il santo la filosofia d’Aristotele in Roma circa il net. (vedi più sotto) il qual papa molto promosse quello studio proteggendo assai dotti in quello, tra’ nuali Campano Novarese. V’ha memoria incerta dì
Già.