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rono fedelmente o s. Tommaso, o Scoto, ma volendo a quelli aggiungere, e del lor metodo saggio abusando condussero il lor furor disputante in quistioni capricciose, in bizzarre, ed inutili sottigliezze, trascurando S ss. padri, la storia ecclesiastica, e sin le scritture sante per sottilizzare a lor modo in nuove opinioni, e sistemi sulle tracce massimamente dell’araba filosofìa, o sia d’Aristotile, che divenne ognora più autorevole anche in quelle sacre materie. Quindi non è maraviglia, se questa seconda epoca, e la terza non meno della teologia sia tenuta per guasta in gran parte, e licenziosa, poiché piena dell’arabo gusto, sottile, equivoco,

pric ta, per cui mille vicende, e scritti nacquero. Rolando di Cremona domenicano, e Gio. di Firenze francescano, e secondo generale dell’ordin suo famosi tra gì’italiani a Parigi dopo il 1100., sostenuti da Innocenzo IV. dotto pontefice, e stato profes» sore di Canonica a Bologna, morto al 1254., e da Alessandro IV. suo successore ancor più, onde divennero sì potenti i regolari. Vedi le storie dell 1 «. piversitd di Parigi.