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230 Capo quarto

si vede il volgare italiano in Roma dal fran»

cese, e dal latino. Intanto però gli studiosi, massimamente in Roma, sede di religione, erano gente di chiesa, e trattavano sacre materie unicamente o poco meno, e tutti i libri, su quali studiavano, componevano, commentavano, tutti eran latini, o tradotti in latino, come pur l’era il linguaggio della chiesa ne’ suoi misteri, ne’ suoi uffici, ne 1 riti » nelle cerimonie, nelle leggi, e per tutto, sol qualche cosa prendendo di greco al bisogno. i

y Tanta unione colla religione fu sempre il più forte motivo a conservare, e studiar quel, la lingua, come sempre sarà necessaria per Je persone, e le professioni religiose ne’ loro studi più gravi. Ma perchè dunque fu, e parve non meno nell’altre classi degli uomini, e degli studj? Perchè formata già- tanto» e arricchita la lingua italiana stette ignobile, e fu disprezzata dai dotti? Perchè anc’oggi da tanti si preferisce una lingua morta, antica, straniera alla vivente, usata, nativa ancor quando si scrive ai soli concittadini, e non a tutta l’Europa (Una sola risposta.

tut-