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226 | Capo terzo |
io XII. in cui eravamo ancor lontani dal lusso)
mentre i tedeschi propriamente non s’occupavano che della guerra, e quindi tutto il resto era barbarico ne’ costumi ne’ consigli, nella prodigalità sregolata, e in mezzo finalmente alla ignoranza, ed alle discordie senza pur ombra di fìssa legislazione. E qual maggior pruova di cib, quanto quel memorabile detto, che noi soli tra tutte le genti eravamo protetti da leggi scritte? Segno « che l’altre nazioni viveano, e governavansi colle volontà de’ prepotenti, o con leggi barbare, ed appoggiate alla tradizione più che a’ codici riconosciuti, e che noi sin tra gli esteri anzi nemici eccitavamo la maraviglia insin d’allora colle scuole non meno di giurisprudenza romana, che con que’ governi da propri statuti, e legislazioni cittadinesche assicurati, e sostenuti. Ciò meglio ancor si vedrà ne* secoli susseguenti, a’ quali passiamo.