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Mille Cento. | 221 |
c’ipi, che non sapendo conciliarsi i popoli
colla clemenza, a cui niente resiste, ed irritandoli in vece sino al furore, questo non fa mai pago, se non col sangue, e colla strage de’ concirtadini, non avendo più da saziarsi contro degli stranieri. Checche sia della cagione, certo è, che mette orrore la storia di quel tempo, che par quella delle rigri, e degli orsi. Non si guerreggiava, ma infuriavasi smantellando, uccidendo, caricando di ceppi, e straziando di nuovi tormenti il vinto nimico. Dalle vendette degl’imperadori s’avea imparato a saccheggiare, incendiare, non lasciar pietra sopra pietra, non perdonare a sesso, od età, dori agli avanzi miserabili d’un popolo, e -d’una città. Milano, Como, Lodi, Cremona 5 Pavia, Brescia, Piacenza, e cento 7 altre lombarde furono a tali estremi ridotte non una volta, e di poi la Toscana, e tutte l’altre provincie per li guelfi, e gibellini incontrarono la stessa sorte. Può vedersi ciò, che ne diciamo, ove trattiam de’ costumi. GÌ’incenda poi che le distrussero per man dei nemici
o de.’