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Mille Cento. | 209 |
martirio vivendo, speranze di gloria e d’im_
prese mirabili, le quali già spargeva e ingrandiva la fama, celebrando non solo i capitani, ma ogni soldato, che morivasi, come un conquistatore, infine gli esempi dei grandi, e l’eccitamento dei santi e dei pontefici capi di quelle spedizioni, ecco ciò, che gittò tanta fiamma e la rendette sì costante, sconvolgendo l’Europa tutta dallo stato primiero, e l’Italia con lei, che vide a se ve* nire per passare in Levante tante nazioni, da tutte trasse vantaggio, e in parte le segni all’impresa.
if* Così venne insieme facendosi una comunicazione tra genti lontane, ed ignote, che per l’avanti il governo feudale avea tenu te disgiunte affatto, anzi rese nemiche. La gelosia vicendevole tra que’ duchi e conti, e le violenze continue d’un popolo contro un altro faceano divisione tra gli stati ancor confinanti; cresceano però la rozzezza gli errori l’ignoranza, la qual so’o è vinta dalle cognizioni reciprocamente trasfuse, e dalla emulazione. Cominciò la lega tra le città italiane stretta contro i principi a renderle Tomo VII, O SQ-