Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
208 | Capo terzo |
.jiarsì dalla rozzezza, e barbarie. Ecco l gr*.
di, per cui passarono da un estremo avvilimento alle imprese dell’animo, e dell’ingegno. Dal pensiere d’una distruzione univetsale passati al mille a goder sicurezza e nuova vita avanzarono verso il mille cento dalla schiavitù e dai disagi a gustare la libertà e sentire le forze loro non senza qualche comodo della vita, sinchè progredendo verso il miiie dugento giunsero ad animarsi colle speranze di rimote conquiste e. di tesori, dopo aver sentita solo la povertà e l’inerzia, Or se V uomo col solo sentimento di libertà; fc di così gran cose capace, come greci e romani mostrarono, qual diviene per l’ardore jn oltre di dominare e trionfare, e coll’ armi alla mano? Ma qual poi divenne pe,r le ero-, ciate, alle quali tai circostanze più notabili concorrevano? La religione co’ suoi più gravi obbietti animata dalla compassione de’ cristiani oppressi da’ barbari più odiosi agli uomini e a Dio, nuovi regni al tempo stesso, e fertilissime Provincie oltre alle sacre loro memorie da conquistare, immense sicchezze celesti e terrestri da ottenersi morendo, un
mar-