Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
190 | Capo terzo |
onde tanto fiorì il commercio, ed abbondarono
tutte le città, al dir del citato Gherardo, di nobiltà, di popolo, di mercanzie, e di ricchezze (a).
Qual gloria venisse a Bologna, e alla sua scuola, già vera università divenuta, può facilmente dal sin qui detto argomentarsi. Sorsero infatti col suo esempio, e colla emulazione conceputane principalmente in Roncaglia molt’altre di Padova e di Napoli cre sciu-
(b) Non può lasciarsi una riflessione a questi tempi tanto diversi, ed è per quale fatalità cercandosi sempre la maggiore felicità degli uomini congregati da ogni legge e legislatore, poich’è questo il loro vero oggetto, ancor siamo dopo sei secoli a far de’codici nuovi di diritto politico, e di civile, e ancor rimangano degli avanzi de’longobardi tra noi. Come mai non s’è veduto nè un Solon, nè un Licurgo, come non s’è trovato un popolo, che si lasci da lui condurre j come la forma giudiciaria, o sja le formalità facciano omai gran parte della legge, e talora l’opprimano; come i paesi vicini, e talora uniti abbian leggi cosi diverse; come ognun si lamenti d’un caos di quelle, e" niun vi metta ordine; come in fine l’uom sì avido della felicità curi si poco la necessaria sorgente di pubblica felicità?