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Mille Cento. | 189 |
tan de’ popoli. Dopo pertanto, che le citta
nostre sentirono l’aura di libertà, e governaronsi pe’lor consoli, e Ior comuni, convenne dare a ciascuna una giurisprudenza municipale, da cui tanto più crebbe lo studio, ed accalorossi per tutto la gara, come provano tanti statuti, che sino i borghi, e le terre andarono producendo, e fanno in oggi una curiosità di biblioteche di lor soli composte. In queste trovasi ora ridotta queli’ antica libertà, e un’ombra pur ne rimane in que’nomi di comunità, e di consiglio, che alcune città pur ritengono. Ma furono invero quegli statuti allora i distruggitori dell’ aristocrazia (?) o piuttosto anarchia feudale, con cui que’ duchi, marchesi, e conti tiranneggiavano gl’italiani sotto il nome, e l’au. torità imperiale, e furono insieme le fonti,
on Qa) Rimasero ancora alcuni marchesi, e cuiclu massimamente in Toscana sin presso al 1200. ma sol rappresentanti l’alto dominio imperiale, e a riscuotere le regalie, trovandosi nel tempo stesso in quelle città i lor podestà, le leggi, e il governo lor. «.roprio.