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tichi, e secondo ciò fuggire il male, imitare il bene rispetto a quanto leggiamo. Del che procede una verità, che la storia deve studiarsi secondo lo stato nostro, e scegliersi quella, che alla condizione della nostra vita più rassomiglia, non dovendo un soldato quella abbracciare, che ammaestra nelP arti della corte, e ne’ viluppi del gabinetto, né un’ uomo di repubblica quella prefiggersi, crie fa memoria di monarchie. Ma perciocché ho sempre conosciuto nel lungo uso de’ libri, e degli uomini, che lo scrivere,- e il favellare, come lo dicono i Veneziani, in massima, cioè dar regole generali d’alcuna cosa, siccome non è difficile, così non è Utile, quanto l*è il discendere ai particolari, e agli esempi; per questa ragione io penso, o amico, che dello studio della storia volendo per cagione d’utilità favellare, buonissimo consiglio sia venire alle cose singolari, che in tal materia più denno sapersi.
E perchè gli umani costumi, come vedete, sono 1’ oggetto di questa scrittura sopra la storia, e rare volte s’incontrano storici, che particolarmente gli mostrino, e cerchino