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152 | Capo Secondo |
basti a far. cenno di talquisito, senza parlar
dell’altiera opinione de’ greci in favor loro e del loro disprezzo dell’altre genti, che è primario motivo di separazione. E a dir vero la ricchezza, la pompa, la coltura della corre, e della città di Costantinopoli facean loro parer molto barbare l’altre nazioni ben giustamentenota.
Checche sia di questo, certo in Italia ebber gli arabi studj gran voga. Tra questi si vuol distinguere l’astronomia colla medicina. Costantino Cartaginese dottissimo in astronomianota fu principale propagatore, e tradurla) 1 2
- ↑ E così la chiamarono, come noi due secoli dopo demmo il nome di barbari a tutti i non italiani. Anna Comnena nella sua Aessiade non da altro titolo a tutti i latini; comprendendo tutte le nazioni dal mar adriatico sino alle colonne d’Ercole.
- ↑ Al 1075. fiorì. Fattosi cristiano, e monaco in monte Cassino fu secondo il Muratori un altro Ippocrate, e tradusse molte opere dall’arabo nel latino principalmente di medicina, e d’astronomia e astrologia poco allora differenziate. Seppe dieci linguaggi, e fu un prodigio di sapere, se crediamo a Pietro diacono nella sua storia degli uomini illu-